La Corte di Cassazione, sezione V penale, con la sentenza 2 luglio – 26 novembre 2019, n. 48049 ha stabilito che Sono valutabili contra se i documenti e gli scritti di cui sia autore l’imputato, da questi sottoscritti o a lui riconducibili: in tale categoria rientrano anche racconti, apparentemente di fantasia, nei quali venga descritta la futura azione delittuosa, anticipandone l’ideazione e la narrazione.