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Guida in stato di ebbrezza: la Cassazione spiega come provare il reato senza test alcolimetrico

Guida in stato di ebbrezza senza test alcolimetrico

Guida in stato di ebbrezza: la Cassazione spiega come provare il reato senza test alcolimetrico

Una recente sentenza della Cassazione penale, la n. 20763 del 27 maggio 2024, ha chiarito come si può provare il reato di guida in stato di ebbrezza anche senza un test alcolimetrico. La Corte ha esaminato il caso di un uomo condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,50 g/l, nonostante la difesa sostenesse che la condanna si basava solo sulle dichiarazioni degli agenti intervenuti.

La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che il giudice di merito può basarsi su elementi obiettivi e sintomatici per confermare lo stato di ebbrezza. Anche senza un test alcolimetrico, elementi come lo stato comatoso, l’alterazione visibile, un forte odore di alcol e l’incapacità di controllare il veicolo sono sufficienti per dimostrare un tasso alcolemico superiore a 1,50 g/l.

Nel caso specifico, gli agenti di polizia avevano notato che l’uomo non era in grado di rispondere alle loro domande e non riusciva a controllare l’auto, e questi elementi sono stati considerati sufficienti dalla Corte per confermare la condanna.

Guida in stato di ebbrezza: la Cassazione spiega come provare il reato senza test alcolimetrico

Questa sentenza è importante perché chiarisce che non è sempre necessario un test alcolimetrico per provare la guida in stato di ebbrezza. La presenza di sintomi evidenti e comportamenti alterati può essere sufficiente per una condanna. Per chi si trova in una situazione simile, è cruciale sapere che il giudice può utilizzare vari elementi probatori per formarsi un convincimento.

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