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Frode informatica su carta di credito: procedibile d’ufficio perché c’è abuso d’identità digitale

Frode informatica su carta di credito: procedibile d’ufficio perché c’è abuso d’identità digitale

Frode informatica su carta di credito: procedibile d’ufficio perché c’è abuso d’identità digitale.
Così ha stabilito la Corte di Cassazione. Con la sentenza n. 38027/2023, pronunciandosi nell’ambito di un procedimento penale per il reato di frode informatica, ha chiarito che la nozione di “identità digitale”, prevista dalla circostanza aggravante di cui all’art. 640-ter, comma terzo, c.p., non presuppone una procedura di validazione adottata dalla Pubblica amministrazione, ma trova applicazione anche nel caso di utilizzo di credenziali di accesso a sistemi informatici gestiti da privati. Sulla base di tale principio, la Suprema Corte ha ritenuto integrata nel caso di specie la predetta aggravante, con la conseguente procedibilità d’ufficio del reato, avendo l’imputato utilizzato abusivamente i codici di accesso personale alla carta di credito, esplicitamente associata al conto corrente della persona offesa, e così realizzato un’evidente e indebita sostituzione del titolare nella sua identità digitale collegata all’utilizzo del mezzo informatico nello svolgimento dei rapporti bancari e creditizi.

Frode informatica su carta di credito: procedibile d’ufficio perché c’è abuso d’identità digitale.

La truffa commessa tramite Internet, sistemi informatici o telematici, assume un nome ben preciso: quello di frode informatica. Commette il delitto di frode informatica, chi, servendosi di una carta di credito falsificata e di un codice di accesso fraudolentemente captato in precedenza, penetri abusivamente nel sistema informatico bancario ed effettui illecite operazioni di trasferimento fondi.

La diffusione dei servizi digitali e l’utilizzo, di gran parte degli utenti della rete internet, dei social network espone i dati personali dell’individuo a dei rischi inediti e non conosciuti in passato. In particolare, in alcuni casi, può accadere che una persona utilizzi indebitamente l’identità digitale altrui. In questi casi, si parla di furto dell’identità digitale. Forse, pochi sanno che una simile condotta costituisce un reato che espone il soggetto che l’ha posta in essere a delle conseguenze molto gravi.

Nel nostro ordinamento, il furto dell’identità digitale è un reato punito dal Codice penale. In particolare, tale condotta può essere ricondotta a due diverse fattispecie criminose.

Innanzitutto, il furto dell’identità digitale può rientrare nel reato di sostituzione di persona che viene commesso da chi finge di essere qualcun altro al fine di compiere atti illeciti .

In secondo luogo, il furto dell’identità digitale può assumere le caratteristiche di un’altra fattispecie criminosa, ovvero, la frode informatica, vale a dire, la condotta posta in essere dal soggetto che entra in possesso illegalmente dei dati altrui, attraverso un illecito accesso ai suoi sistemi informatici come il personal computer, lo smartphone o il tablet.

(Fonte La legge per tutti)

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