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Distrazione d’azienda: la Cassazione chiarisce

Distrazione d’azienda: la Cassazione chiarisce cosa serve per provare la bancarotta patrimoniale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23577/2024, ha chiarito che la distrazione di un’azienda comporta il trasferimento di beni strumentali, merci e rapporti giuridici economici dell’impresa fallita o liquidata. È necessario dimostrare la cessione di questi beni per configurare la bancarotta patrimoniale.

Secondo la sentenza, non basta che l’attività continui con lo stesso amministratore attraverso diversi soggetti economici. È fondamentale provare la cessione dei fattori di produzione aziendale, come contratti con clienti e dipendenti. La Cassazione sottolinea che, in assenza di tali prove, non è possibile parlare di bancarotta patrimoniale.

Per l’integrazione della bancarotta patrimoniale, la sentenza precisa che non è sufficiente la semplice continuità dell’attività svolta dal medesimo amministratore attraverso diversi soggetti economici operanti nello stesso settore. È necessario contestare e provare la cessione di specifici fattori di produzione aziendale. La sentenza della Cassazione sottolinea l’importanza della prova concreta della distrazione dei beni aziendali per configurare il reato di bancarotta patrimoniale.

Distrazione d’azienda: la Cassazione chiarisce cosa serve per provare la bancarotta patrimoniale

Questo chiarimento è cruciale per avvocati e professionisti del settore, poiché delinea i confini della responsabilità amministrativa in caso di fallimento o liquidazione giudiziale. La sentenza offre una guida su come valutare e contestare correttamente le operazioni di distrazione aziendale.

Questa sentenza è importante perché chiarisce come la continuità aziendale da sola non sia sufficiente a configurare la bancarotta. Per questo motivo, se hai dubbi o necessiti di chiarimenti legali su casi di distrazione aziendale, possiamo aiutarti a comprendere meglio i tuoi diritti e le possibili soluzioni. Contattaci per una consulenza!

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